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15 Gennaio 2019 by
Indice dei contenuti
Walter Martinelli
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Iniziamo con l’acqua del rubinetto …
L’acqua di rubinetto viene controllata alla fonte quotidianamente e risponde a parametri legali di potabilita (il che non significa sempre parametri salutistici, come vedremo). La maggior parte delle persone sono insoddisfatte dell’acqua comunale solo perché quella del loro rubinetto ha un cattivo sapore…
Ovviamente sapore e qualità vanno di pari passo, ma non sempre un’acqua buona da degustare e anche sana. In ogni modo molto dipende da dove abiti…
Ci sono cittadini italiani di Comuni (soprattutto in aree del Centro-Nord) che bevono acqua trattata (quindi resa potabile) ma di fiumi in cui finiscono scarichi fognari ed industriali. Le possibilità che tu possa trovarti qualcuno di questi prodotti chimici nel prossimo bicchiere d’acqua di rubinetto – le sostanze tossiche sono quasi tutte senza sapore, inodore e invisibili a occhio nudo – sono purtroppo alte.
A questo bisogna aggiungere l’effetto deleterio di chilometri e chilometri di tubature, spesso vecchie e fatiscenti, talvolta con tratti ancora in metallo saldate in piombo con infiltrazioni dovute a crepe e usura.
Ma se dalle fonti pubbliche passiamo alle acque minerali in bottiglia, la situazione si fa ancora più critica…
Esistono diverse tipologie legali di acqua minerali.
In base al residuo fisso, si possono dividere in:
In base alla quantità specifica di minerali che si ritengono utili per la salute…si possono invece suddividere in:
Dunque … un’acqua minerale in bottiglia di buona qualità con effetti disintossicanti dovrebbe avere almeno:
Ma uno dei veri problemi è che le fonti delle acque minerali non vengono controllate quotidianamente (a differenza degli acquedotti pubblici) e, soprattutto, l’uso massiccio di bottiglie in plastica (PET) è abbinato ad una gestione folle della distribuzione, per cui a Palermo bevono acqua lombarda e a Torino bevono acqua di Napoli…
E questo sta creando grossi problemi non solo all’ambiente ma anche alla qualità del prodotto che proprio tanto trasparente non è….
Gli scambi termici, lo stato di igiene dei depositi in cui si accumulano i carichi e l’esposizione al sole infatti, oltre a modificare di per sé la qualità dell’acqua imbottigliata, possono far cedere al PET sostanze tossiche che ci ritroviamo nel bicchiere.
Una buona strada per situazioni in cui proprio non riusciamo ad evitare di acquistare acqua in bottiglia e non la troviamo in vetro (come durante un viaggio all’estero, per esempio) sembrerebbe la PLA, la plastica di origine vegetale.
Rimuove il 99,99% dei batteri portatori di malattie; più di 160 agenti contaminanti tra cui oltre 140 contaminanti potenzialmente dannosi per la salute.