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Affitti brevi: le cose stanno cambiando

19 Settembre 2023 by

Mauro Lattuada

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Ne avevamo già parlato ma l’aumento del 15% solo a Milano di nuove strutture per affitti brevi e quanto sta accadendo in America obbligano a porre attenzione maggiore al tema degli affitti brevi. Un tema con cui ci eravamo confrontati direttamente con AIR BnB a Bergamo qualche anno fa quando portavamo avanti la nostra idea di ospitalità di qualità al giusto costo. Il costo il fattore che più cozza contro la logica di AIRBnb che ha puntato sempre al massimo ribasso snaturando man mano lo scopo della mission aziendale che doveva essere condividere la propria abitazione con viaggiatori. 

La responsabilità di questo cambiamento è purtroppo da ricercarsi nella ingordigia di molti che hanno trovato un modo semplice per diventare gestori alberghieri, magari gestendo decine di appartamenti di partenti ed amici, trasformando la piattaforma in un sistema semplice ed economico per non dover diventare il gestore di un agriturismo. Questo tipo di “utente” di airbnb ha man mano monopolizzato il lavoro dei tanti veri gestori che hanno trasformato la loro abitazione troppo grande in un punto di ospitalità diventando presto il competitor di se stesso. Perché chi compra guarda al prezzo e non è detto che gli interessi veramente se incontrerà la famiglia che ospita, ci mangerà insieme o meno alimentando e potenziando i vari gestori “avidi”

In questo controsenso in cui AIRbnb era caduta da tempo il gioco al massimo ribasso e alla gestione terziarizzata della struttura si è da subito registrato un netto calo dei livelli di sicurezza necessari se non indispensabili nell’ospitalità: case in quartieri pericolosi o degradati, case prive degli standard di sicurezza minimi e indispensabili, case presentate come regge e in realtà bettole e così via.  

A farne le spese è in primis il viaggiatore internazionale che queste cose le nota o le subisce e la necessità di risparmiare porta spesso chi viene dall’estero a non capire fino in fondo le dinamiche del nostro territorio e spesso a prenotare con aspettative e attese di un paese civilizzato. Un paese in cui, che ne so, negli aeroporti principali e nelle stazioni i rent di auto sono aperti anche di notte, cosa che da noi non succede, o che raggiungere una cittadina dell’hinterland sia semplice e non un sfida ad ATM e Trenord con scioperi o mezzi in ritardo. Invece capita, cito un caso reale, che una coppia di sposini cinesi arrivi a Malpensa alle due di notte per scoprire che il rent è chiuso. Che il giorno dopo non gli diano l’auto prenotata per esubero e che da Malpensa cerchino di raggiungere Meda coi mezzi per dormire nel loro AIRBnb.

I Comuni in tutto ciò ci hanno marciato parecchio. E i proprietari hanno abbondantemente sfruttato le camere in più per gestire meglio i flussi turistici in anni di depressione e in cui di investitori disposti a creare nuovi alberghi scarseggiano. E non hanno regolamentato in alcun modo una crescita esponenziale non organizzata di affittacamere in grado di rendere un box o una cantina un “bellissimo loft abitabile, arieggiato e con ogni comfort”.

Ben venga quindi l’iniziativa del Governo che mira a regolamentare e ad obbligare ad adeguare a degli standard di sicurezza minimi e indispensabili gli spazi che finiscono sulle piattaforme ma se a questo non si unisce una maggior attenzione da parte dei gestori istituzionali il nostro turismo non ha futuro.

Quest’anno si è assistito ad una inversione delle abitudini con picchi di Luglio che non sono stati mantenuti o aumentati ad Agosto e l’improvviso (e spesso ingiustificato) esponenziale aumento dei prezzi ci ha messo allo stesso livello della Croazia o dell’Albania. Senza nulla togliere a questi due territori sappiamo tutti che erano considerate mete  buon mercato rispetto alla Francia, alla Germania e all’Italia stessa. Quest’anno invece la Croazia è finita sulla stampa di tutto il mondo perché ha perso il dono dell’economicità con l’arrivo dell’Euro e contemporaneamente nel nostro paese si è parlato e discusso di aumenti esponenziali e non sostenibili da parte dei turisti.

Vanno riequilibrati questi equilibri riportando i viaggiatori a pagare il giusto per soggiornare dignitosamente, in sicurezza godendosi un’esperienza unica e ripetibile che solo il gestore professionale gli può offrire. E quindi lasciamo che a fare ospitalità siano i gestori e non i commercialisti e torniamo all’origine di AIRBnb che prometteva di vivere il territorio in compagnia di chi lo abita. È una cosa diversa da fare professionalmente il mestiere e finché non torneranno tutti i pezzi al loro posto avremmo gestori obbligati ad aumentare i costi a causa dei mancati guadagni di chi spende i propri solidi arricchendo una SRL gestore immobiliare che sfrutta AIRbnb per pagare meno tasse. 

E voi cosa ne pensate?