Imprenditrici under 40 in telelavoro per l’ecoturismo. E senza nostalgia della scrivania
16 Aprile 2016 by
piuturismo
Piùturismo, nato dall’incubatore Green geek, è un portale ‘in rosa’ che offre notizie, racconti, itinerari di viaggio e un’offerta di strutture ricettive. Tutto green. E il lavoro è in remoto: “Risparmiamo sul costo della sede e non dipendiamo più da orari rigidi”
“Prima facevo un altro lavoro e perdevo molto tempo ad andare in ufficio. Ho sempre chiesto di poter operare da casa: sapevo che così avrei risparmiato tempo ed energie e sarei anche stata molto più produttiva, lavorando per obiettivi e senza dover timbrare il cartellino”. Marinella Scarico è responsabile del sito Piùturismo, portale nato dall’incubatore Green geek, tutto dedicato all’ecoturismo e gestito attraverso un’organizzazione dei compiti in remoto. Ad animarlo è un gruppo di lavoro ‘in rosa’, formatosi attraverso il networking. Imprenditrici under 40 che hanno contribuito a finanziare la società e che non hanno nessuna nostalgia della scrivania. “Ognuna aveva il proprio background e il proprio progetto. Eravamo consapevoli però, di non riuscire ad andare lontano singolarmente. Messe in rete e collaborando, invece, facciamo meglio”.
In tempi in cui sempre più aziende e l’amministrazione pubblica discutono di smart working hanno così deciso di unire le proprie forze e dar vita a un’impresa che gestisce il proprio lavoro esclusivamente attraverso la rete. “Se lavoriamo con clienti a distanza – dice Marinella – perché anche noi non possiamo gestire il nostro lavoro attraverso internet, senza incontrarci in una sede fisica?”. E così hanno dato via alla piattaforma, “che offre notizie, racconti, itinerari di viaggio e un’offerta di strutture ricettive, tutto green“. Uno “strumento di diffusione ed esaltazione delle specificità locali che si avvale anche del lavoro dei suoi collaboratori, per la maggior parte donne. Sulla pagina l’utente trova informazioni turistiche con la possibilità di creare il proprio itinerario di viaggio e allo stesso tempo le strutture da tutta Italia possono registrarsi in maniera gratuita e raccontare il proprio lato ecologico attraverso storie e immagini”.
Ma non solo: con il Wwf è stato creato un sistema di analisi che permette alle strutture, attraverso il protocollo green sul turismo responsabile dell’organizzazione, di misurare il proprio impatto ambientale. In soli sei mesi oltre 200 aziende sono passate sotto la lente della società. Così, si dà la possibilità in maniera gratuita a varie realtà turistiche da tutta Italia di far conoscere la propria realtà. Tutto via telelavoro. “Abbiamo una sede a Sesto San Giovanni dove abbiamo fatto alcune riunioni, ma siamo sparse in varie zone, da Milano alla Svizzera”, continua Marinella. E l’organizzazione si sviluppa di conseguenza: “Abbiamo un gruppo su Facebook sia per la parte soci che per la parte redazione. Ci sono dei progetti e ognuno collabora alla sua realizzazione, io coordino tutte le varie parti. Facciamo riunioni, pianifichiamo strategie e collaboriamo con operatori in Hangouts (sistema di messaggistica di Google che permette videochiamate e videoconferenze, ndr), attraverso Skype e con gruppi di lavoro sui social. La presenza di redattori in tutta Italia ci permette di dare supporto e consulenza alle aziende a basso costo, senza far viaggiare le persone e quindi con minor impatto ambientale”.
Un modello che funziona: “I vantaggi sono tanti. Non solo si riducono i tempi di spostamento, ma si risparmia anche sul costo della sede. Oltre il fatto che si riesce a lavorare da ogni luogo in cui ci si trovi, una questione non indifferente per chi come me adora viaggiare”. E la flessibilità del progetto le ha aiutate anche nella gestione della vita di tutti i giorni: “C’è un grande risparmio di tempo – spiega Livia, responsabile della sezione benessere del portale e mamma single di una bambina –. Non è che lavori meno, semplicemente, non devo più adeguare la mia vita familiare a degli orari imposti, ma sono loro che si modulano sulle mie esigenze”.
L’articolo originale su Il Fatto quotidiano